È possibile che una botte in rovere si trasformi da semplice contenitore di vino a oggetto di design? La risposta è sì, soprattutto se si inserisce in un progetto volto al recupero e al riutilizzo eco-sostenibile di materiali e oggetti. Interesse, questo, che sempre più sta a cuore dell’opinione pubblica. Nella mentalità collettiva, si è ormai affermato il principio legato all’importanza di avere una filiera controllata per ogni oggetto, nonché alle conseguenze di una gestione poco attenta delle risorse.
Anche l’arte ed il design si sono piegati a questa nuova sensibilità, e il progetto di cui qui si illustrano le caratteristiche principali ne è un degno esempio: si parla dell’incontro tra Maurizio e Davide Riva con Andrea Muccioli: l’idea è quella di utilizzare il rovere delle botti utilizzate per contenere i vini di San Patrignano, per regalare loro una nuova vita e renderli degli oggetti di design. I migliori architetti e designer, utilizzando questo materiale di recupero di altissima qualità, avranno l’occasione di far parte di un progetto eco-sostenibile dai risvolti affascinanti. Parola d’ordine sono consumi sobri, eleganza e rispetto per l’ambiente.
Dando uno sguardo da vicino ai promotori di questa brillante iniziativa, si osserva come entrambi i nomi abbiano a cuore il concetto di recupero: i Riva hanno creato un’azienda leader nella produzione di mobili ed arredi in legno a bassissimo impatto ambientale, pur mantenendo una qualità altissima. Il risultato sono oggetti dal design raffinato, innovativo, esempi perfetti di creatività e intelligente sostenibilità. San Patrignano, invece, è nota per essere la più grande comunità di recupero dalla droga di tutta Europa, nonché una delle più longeve. All’interno della comunità, i 1500 ragazzi lavorano alla produzione di vini pregiati e di qualità.
Più di 400 mila bottiglie l’anno lasciano le cantine di San Patrignano per essere vendute ed apprezzate in Italia e all’estero. E proprio lì si trovano le botti di rovere francese, di altissima qualità, che ospitano i vini. L’invecchiamento della produzione vinicola della comunità avviene in barrique e tonneau di grande capienza, ma dalla vita breve: non più di tre vendemmie. Per evitare l’enorme spreco di legno di qualità, San Patrignano ha così offerto le sue botti all’azienda Riva, già famosa per aver riutilizzato legni pregiati come il cedro profumato del Libano, le Briccole di Venezia o il Kauri.
Il riuso di elementi naturali come le botti di rovere di San Patrignano, porta a riflessioni complesse sul nostro passato, sul presente e sul futuro della collettività. La decisione concreta di non sfruttare in maniera eccessiva e poco oculata le risorse naturali ma curare quelle esistenti, si fonda con lo sforzo profuso dalla comunità di San Patrignano, volta a dare nuova vita a chi aveva intrapreso la strada del consumo di sostanze stupefacenti. Si tratta, in entrambi i casi, di una lotta condita dalla speranza e dalla forza di ricominciare.
Come spesso accade, il riutilizzo delle botti tramite design accattivanti e alla moda è solo il risultato di una battaglia più profonda e di una collaborazione intensa. Come hanno dichiarato i Riva: “è per noi una grande opportunità quella di lavorare con i ragazzi di San Patrignano; ragazzi coraggiosi che hanno perso la strada e che hanno poi lottato per ritrovarla.”