Quale valore ha la vita?
Nessuno: non si può quantificare un bene così prezioso, il vero, unico, grande tesoro della nostra Terra. Non è un caso se nelle popolazioni ancestrali la divinità più importante ed amata era proprio la Terra in quanto generatrice di vita, la Grande Madre, Gea, la Pachamama andina, perché la nascita, la genesi della vita, è il vero mistero, il grande tesoro del Pianeta.
Eppure la nostra Grande madre è sfruttata, dimenticata nelle sue esigenze, abbandonata alla speculazione edile, alla deforestazione senza controllo, alla legge, iniqua e non naturale della globalizzazione e dello sfruttamento delle risorse, delle foreste primarie.
Quanto possiamo fare, ognuno di noi, nel nostro piccolo mondo sociale?
Poco e molto, dipende da quanto è forte il sentimento di amore per la Madre, dipende da quanto riusciamo a coinvolgere il prossimo anche in piccole, lodevoli iniziative.
Nel più grande sentimento del minimalismo individuale e collettivo, l’ecologia sociale scopre nuove ispirazioni, diffondendosi a macchia d’olio tra le persone più sensibili. Se le grandi potenze non concepiscono la riforestazione come la via per la quale donare un futuro alle prossime generazioni, fortunatamente, come nel caso della città di Cantù, a livello locale non mancano iniziative dal grande senso civico rivolte all’ambiente, alla riforestazione degli spazi pubblici comuni, boschivi o nei parchi.
Il ‘bosco della vita’ è una di queste iniziative: nata da un’idea di RIVA 1920, azienda produttrice di mobili in massello con sede a Cantù, assieme all’amministrazione comunale, nello specifico l’idea è quella di donare una pianta dedicata ad ogni nascita. Una nuova vita dona un’altra nuova vita.
Potrebbe apparire come una piccola cosa, una goccia in un oceano d’indifferenza, ma così non è perché Cantù non è l’unico comune d’Italia nel quale queste meravigliose fonti d’amore nascono e realizzano piccole forme di riforestazione dell’ambiente pubblico.
Una nuova vita: il bambino crescendo scoprirà l’albero lui dedicato, potrà vederlo crescere come lui crescerà, irrobustirsi, potrà curarlo in una sorta di simbiosi elettiva, quasi sciamanica per certi aspetti, perché sentirsi legato ad una forma di vita diversa, lo legherà alla Natura nella sua interezza, nel piccolo ecosistema di quel boschetto specifico.
Dopo la nascita di un neonato nel Comune, RIVA 1920 dona la pianta, personalmente impiantata nelle aree previste: la stessa avrà il suo battesimo, legandosi ancora di più al neonato perché ne porterà il nome, una sorta di gemellaggio tra due creature appartenenti a due regni diversi eppure parti integranti del Tutto inteso come armonia ambientale.
Vita dopo vita, pianta dopo pianta, il bosco crescerà, così come cresceranno nelle nuove generazioni, l’amore per quelle piante, per l’ambiente, augurandoci tutti che quelle generazioni siano più attente di noi nel concepire il progresso con nuove modalità, nuovi sentimenti.